venerdì 8 settembre 2017

Longino Contoli, L'urlo di Altamura

Longino Contoli Amante
L’URLO DI ALTAMURA
(MICRO-POST-LEGOMENI AL CARME “DEI SEPOLCRI”)

A chi veda il teschio racchiuso, quasi in uno scrigno, nelle concrezioni di Altamura viene in mente, irresistibile, l’accostamento con “L’urlo”, di Munch!

Solo chi si occupa di Scienza ha presente quanto sia difficile, oggi, in Italia (ma, di certo, non solo), una ricerca realmente valida e libera da condizionamenti extrascientifici; la carenza di mezzi genera, fra l’altro, carenza di dati, fino al limite del “fattore limitante” il prosieguo dello studio.
Ciò è, poi, particolarmente vero per i paleontologi, costretti a districarsi fra una molteplicità di ostacoli, connessi fatalmente con il senso stesso della loro disciplina; fra di essi, infine, i paleoantropologi sarebbero da considerare alla stregua di veri eroi, per la spaventosa carenza quali- quantitativa di reperti, sull’arco di tempo, per di più, sempre più lungo che ormai li interessa; immaginatevi quanto possa pesare loro, avendo scoperto un fossile umano in apparenza completo e probabilmente quasi unico, doversi trattenere dal recuperarlo sùbito, con la prospettiva, inoltre, di dovervi del tutto rinunziare!

venerdì 7 aprile 2017

SM 3945 -- A 50 anni dalla Populorum progressio

Il manifesto domenica 26 marzo 2017

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Sembrano passati secoli, eppure sono passati solo cinquant’anni dal 1967, quando è stata pubblicata l’enciclica “Populorum progressio”, scritta da Paolo VI. Tempestosi e ricchi di speranze quegli anni sessanta del Novecento; si erano da poco conclusi i lavori del Concilio Vaticano II che aveva aperto al mondo le porte della chiesa cattolica; era ancora vivo il ricordo della crisi dei missili a Cuba, quando il confronto fra Stati Uniti e Unione Sovietica con le loro bombe termonucleari, aveva fatto sentire il mondo sull’orlo di una catastrofe; i paesi coloniali stavano lentamente e faticosamente procedendo sulla via dell’indipendenza, sempre sotto l’ombra delle multinazionali straniere attente a non mollare i loro privilegi di sfruttamento delle preziose materie prime; la miseria della crescente popolazione dei paesi del terzo mondo chiedeva giustizia davanti alla sfacciata opulenza consumistica dei paesi capitalistici del primo mondo; nel primo mondo studenti e operai chiedevano leggi per un ambiente migliore, per salari più equi, per il divieto degli esperimenti nucleari.

lunedì 20 marzo 2017

SM 3897 -- La macchina umana


Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Mai come in questi anni il problema del cibo, la gastronomia, la cucina, hanno occupato spazio nei mezzi di comunicazione, giornali, televisioni, nelle conversazioni, eccetera. Un po’ è il frutto benefico dell’esposizione di Milano dell’anno scorso, che aveva come tema: “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”. A mio parere però poca attenzione è stata dedicata alla seconda parte dello slogan, anche se, a ben guardare il principale fine del cibo è proprio fornire energia al corpo umano, quella che permette ai muscoli pompare aria nei polmoni, di espellere i prodotti della respirazione, di far circolare il sangue, di sollevare pesi, di salire i gradini; anche se le occupazioni apparentemente sedentarie comportano un consumo di energia perché si muovono i muscoli anche per sfogliare un libro, per battere sui tasti di un computer, per stare seduti davanti al televisore. Poi vengono la gioia del nutrirsi, la convivialità, le mode alimentari e tutto il resto.