lunedì 29 luglio 2013

SM 3501 -- Il costo ambientale delle merci e dei servizi

La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 30 ottobre 2012

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Quando acquistate una automobile fate certamente attenzione al prezzo, alle caratteristiche, alla ricchezza di accessori, al consumo di benzina o gasolio, al tasso di interesse che viene praticato per l’acquisto a rate, eccetera. Non so se prestate altrettanta attenzione al fatto che l’uso di questa macchina è inevitabilmente associato al peggioramento del clima, quell’insieme di fenomeni che provocano estati torride e improvvisi acquazzoni con conseguenti alluvioni, che provocano tempeste ai tropici e fusione dei ghiacci delle montagne e delle zone polari.

Tutti eventi che sono associati alla modificazione della composizione chimica dell’atmosfera; fra i gas responsabili di questo scombussolamento degli equilibri ecologici della Terra una grande responsabilità ha l’anidride carbonica CO2, la sostanza che si forma come risultato finale di tutte le combustioni associate alla produzione di elettricità o di acciaio o di plastica, eccetera, ma anche dalla combustione degli alimenti “consumati” dagli esseri umani e dagli animali. Per restare alle automobili, molti lettori avranno notato che, da alcuni anni, nella pubblicità delle varie marche viene indicato il consumo di benzina per 100 chilometri, una caratteristica importante perché la benzina costa dei soldi, ma viene indicata anche, sia pure in caratteri piccolissimi e quasi illeggibili, la quantità di CO2 che viene emessa per ogni chilometro, percorso.

mercoledì 24 luglio 2013

SM 3576 -- Petrolio -- 2013

La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 23 luglio 2013

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Per la maggior parte di noi l’interesse per “il petrolio” non va al di là del fastidio per l’aumento del prezzo della benzina o del gasolio al distributore, che peraltro è il punto di arrivo di un lungo cammino di materie e di lavoro, cominciato nelle viscere della Terra. Il petrolio, la lontana materia prima dei carburanti, viene portato in superficie mediante pozzi posti su piattaforme collocate in mezzo ai mari, o nei deserti aridi, o in quelli ghiacciati, o in mezzo alle paludi. Il petrolio come tale non serve a niente e deve essere trasportato, mediante navi cisterna o oleodotti, dai pozzi a speciali impianti, le raffinerie, in cui vengono separate le varie principali frazioni: le benzine, le più pregiate, il gasolio, gli oli combustibili. Il rendimento delle varie frazioni commerciali dipende dalle caratteristiche merceologiche dei petroli greggi, variabili da un posto all’altro, e dalle tecnologie di raffinazione. Le varie frazioni sono poi trasportate con navi o treni o camion o condotte, fino ai depositi e ai distributori e ai consumatori finali.

martedì 2 luglio 2013

SM 3570 -- Prevedere e prevenire -- 2013

La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 2 luglio 2013

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Le numerose e continue crisi ambientali ed economiche non sono colpa di una divinità ostile, ma dell’imprevidenza di chi prende le decisioni di fare o non fare una certa opera o una certa scelta produttiva senza tenere conto delle possibili conseguenze. Gli esempi potrebbero riempire interi volumi e qualche opera è stata anche scritta su questo argomento: Nel 1971 il libro “La tecnologia imprevidente” (“The careless technology”, di T. Farvar e John Milton) conteneva una lunga serie di esempi di interventi sbagliati, come la diga di Assuan che ha provocato l’arretramento della costa nel delta del Nilo; alcuni anni dopo, nel 1997, un libro dell’americano Edward Tenner spiega “Perché le cose ci ricadono addosso”  (”Why things bite back”), con un elenco di casi in cui le scelte economiche si sono rivelate sbagliate.