mercoledì 27 marzo 2013

SM 2998 -- Gabinetti per lo sviluppo

Inquinamento, 50, (109), p. 5 (novembre 2008)

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Se mi chiedessero quale è il più importante obiettivo a cui dedicare ricerca e innovazione direi: dare a tutti nel mondo un gabinetto. Sembra un argomento poco elegante da trattare, ma da questo “oggetto” dipende la liberazione di miliardi di persone dalle malattie e da condizioni indecenti di vita.

Nei paesi industrializzati il gabinetto domestico è, in genere, un insieme di attrezzature raffinate, ma la situazione è molto diversa nella maggior parte dei paesi del mondo; eppure il ruolo del gabinetto è lo stesso per qualsiasi essere umano; una persona in media ha bisogno delle funzioni del gabinetto 2500 volte all’anno e tali funzioni assorbono tre anni della propria vita (per le donne di più). Una persona produce, in media, 500 litri di urina e 50 litri di feci ogni anno; se può utilizzare un gabinetto ad acqua corrente produce ogni anno da 10 a 20 mila litri di acqua contaminata, contenente anche carta e altri rifiuti; se i gabinetti sono collegati ad una fognatura e a qualche depuratore, una parte dei rifiuti è trattata o trasformata; altrimenti le acque sporche vanno a finire nei fiumi o nel mare e sono fonti di inquinamento microbiologico, di diffusione di virus, eccetera.

martedì 26 marzo 2013

SM 3533 -- Speranze ecologiche -- 2013

La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 19 marzo 2013

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Chi si occupa di ecologia ha motivo di rallegrarsi perché il nuovo Papa ha assunto il nome di Francesco, il santo che il Papa Giovanni Paolo II nel 1979 ha proclamato “patrono dell’ecologia”, perché “ha onorato la natura come un dono meraviglioso dato da Dio al genere umano”. L’idea di considerare San Francesco come anticipatore dell’attenzione ambientale che sarebbe venuta sette secoli dopo, risale ad uno storico americano del Medioevo, Lynn White (1907-1987). In un articolo del 1967 sulle radici culturali dell’ecologia White ricordò che nella tradizione giudaico.cristiana “l’uomo”, secondo il primo racconto della Genesi, viene invitato a “dominare su tutti gli esseri viventi” e che il cammino delle società occidentali si è svolto in un continuo dominio del mondo della natura; dalla caccia, allo sfruttamento delle acque e delle piante e delle foreste, per motivi puramente economici, spesso giustificato basandosi proprio sull’invito divino della Genesi.

venerdì 8 marzo 2013

SM 3313 -- Incidente di Fukushima

La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 19 aprile 2011; Economia e Commercio (Bari), [IV], 21, 5-6 (2011)

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Dopo gli incidenti alle centrali nucleari giapponesi di Fukushima c’è stato un po’ di ripensamento nei programmi nucleari del governo italiano; lo stesso governo si è affrettato a emanare un decreto che rimanda di un anno le procedure di localizzazione delle possibili centrali nucleari (ma non le procedure di localizzazione dei depositi delle scorie radioattive); vari paesi hanno deciso di rivedere le condizioni di sicurezza delle centrali esistenti, le quali (sono quasi 450 nel mondo) continuano a frantumare nuclei di uranio e di plutonio e a generare ogni anno tonnellate di rifiuti radioattivi.

Dopo Fukushima sono cambiate molte cose, oltre che di carattere ambientale, di carattere economico. Negli ultimi anni c’era stata una lenta ripresa, in vari paesi del mondo, dei programmi di costruzione delle centrali nucleari, pubblicizzate come la fonte di elettricità che evita l’effetto serra, del tutto sicura, e questo fermento aveva messo in moto l’unica cosa che conta per il potere finanziario, i soldi, da investire nell’industria meccanico-nucleare che fabbrica le centrali nucleari e nell’industria delle costruzioni. La costruzione di una grossa centrale nucleare richiede, a parte i materiali nucleari veri e propri, circa un milione di tonnellate di cemento e acciaio, e poi nuove strade e porti e infrastrutture. Poi richiede complesse procedure burocratiche che a loro volta richiedono studi di sicurezza, commissioni tecniche, appalti, tutti costosi.