martedì 24 novembre 2009

I'm proud I'm a chemist

La Gazzetta del Mezzogiorno, 25 gennaio 2005

Chimica è parolaccia ?

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it 

Nei giorni scorsi questo giornale ha riportato i risultati di una inchiesta sulle materie più amate e quelle più detestate dagli studenti e la più detestata è risultata ... la chimica. Ma chimica è davvero parolaccia ? Sembrerebbe di si, perché viene associata a cose spesso sgradevoli: l'inquinamento chimico, gli additivi chimici, la diossina di Seveso, eccetera. Quasi contrapposta a qualcosa di virtuoso che sarebbe "naturale", come gli alimenti naturali, o meglio biologici, l'acqua minerale naturale, eccetera.

autarchie e ecologia

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Autarchia è parolaccia: ricorda il fascismo, le ristrettezze, le miserie del decennio 1935-1945 e anche alcune cose ridicole. Di per se, il termine “autarchia” indica la soluzione di problemi tecnici e produttivi usando le risorse intellettuali e materiali di un singolo paese, isolato; è, insomma, il contrario di Europa e di globalizzazione, i nuovi idoli del XXI secolo. E’ però curioso che proprio in alcuni paesi fautori della globalizzazione, davanti ai problemi di scarsità di materie prime e di impoverimento ambientale, si vadano a reinventare soluzioni tecniche caratteristiche delle autarchie.

venerdì 13 novembre 2009

clima e economia

Il giornale dell’energia (Bari), 6-12 novembre 2006, p. 46-56
http://www.vasonline.it/home/archivio/politicheambientali/ARTICOLO_NEBBIA_ECONOMIA

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Doveva avere una bella fantasia quello --- fosse il caso, o un dio, o chi vi pare --- che ha deciso di formare la vita (così come la conosciamo) su una scheggia solida di quell’infinità di materia che occupa gli spazi celesti. Bisognava prima di tutto che la scheggia, che avremmo chiamato pianeta Terra, fosse ad una distanza giusta da una fonte di calore, il Sole. Una distanza che permettesse alla Terra di essere abbastanza calda --- ad una temperatura di circa 300 gradi Celsius superiore a quella dei freddissimi spazi interplanetari --- ma non troppo calda. Per dar luogo alla vita bisognava, infatti, che sulla Terra l’acqua si trovasse prevalentemente allo stato liquido, e per far questo occorreva che la Terra fosse circondata da uno strato di gas capace di filtrare una parte della radiazione solare incidente e capace di trattenere sulla superficie della Terra una parte del calore. Bisognava, in altre parole, che la superficie della Terra avesse e conservasse una temperatura media di circa quindici gradi Celsius.