martedì 26 giugno 2012

Rio+20

La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 26 giugno 2012

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Le diecine di migliaia, per la maggior gloria del turismo brasiliano, di persone che si sono riunite a Rio de Janeiro la settimana scorsa in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite “Rio+20. Lo sviluppo sostenibile”, hanno ormai fatto le valige e sono tornate a casa. Erano presidenti, ministri, sottosegretari, funzionari, consulenti dei governi e delle grandi potenze economiche, finanziarie e industriali, i lobbysti, e poi rappresentanti delle innumerevoli associazioni internazionali e nazionali che hanno organizzato contro-conferenze.

La conferenza ufficiale si è svolta a venti anni di distanza da un’altra che si era tenuta ugualmente nella grande città brasiliana e che era intitolata “Ambiente e sviluppo”. In realtà tutto era cominciato ancora venti anni prima, nel 1972, a Stoccolma con la prima grande conferenza dell’”età ecologica”, intitolata “L’ambiente umano. Una sola terra”. A quella prima conferenza delle Nazioni Unite, nel 1972, partecipavano per la prima volta paesi che uscivano dalla lunga notte di secoli di colonialismo e che chiedevano un ambiente e una economia rispettosi del loro diritto ad usare le proprie risorse naturali, forestali, minerarie, energetiche, per il proprio sviluppo ”umano”, per l’appunto, nel rispetto dell’ambiente naturale che rappresenta la vera comune casa degli uomini.

venerdì 22 giugno 2012

Anniversario del referendum nucleare 2011

La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 12 giugno 2012

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Sembra passato un secolo, eppure è solo anno da quando gli italiani hanno espresso a grandissima maggioranza, con due referendum “ambientali”, la volontà di impedire la costruzione di nuove centrali nucleari e di impedire che avide società private si approprino delle aziende che distribuiscono l’acqua potabile nelle nostre case (6 miliardi di metri cubi all’anno) e dei molti miliardi di euro all’anno.ricavati dalla vendita di un bene, l’acqua, che è di tutti noi. Il referendum contro l’energia nucleare ha fortunatamente fermato un’avventura che rischiava di finire in un disastro ecologico ma anche finanziario.

venerdì 15 giugno 2012

Marxismo e ecologia


MetropoLis, marzo 2010
http://www.lsmetropolis.org/2010/03/marxismo-e-ecologia-2/
ScriptaMinima #3178

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Ecologia: scienza borghese ?

Cadono in questo 2010 quarant’anni dalla prima “Giornata della Terra” dell’aprile 1970; l’”ecologia” veniva presentata alla opinione pubblica mondiale come una occasione di cambiamento verso rapporti meno violenti fra gli esseri umani e l’ambiente sull’onda del grande movimento di contestazione di studenti e lavoratori contro la società capitalistica e le sue violenze, contro la società dei consumi, nella speranza dell’avvento di una più giusta società socialista, meno violenta nei confronti degli esseri umani e della stessa natura. La borghesia capì subito bene il pericolo implicito, il potenziale eversivo dell’ecologia --- un libro americano apparve col titolo: “Ecologia, scienza sovversiva”, un articolo di Virginio Bettini del 1970 era intitolato esplicitamente “L’ecologia é rossa” --- e diventò rapidamente amante dell’ecologia col preciso intento di mostrare che l’ecologia era qualsiasi cosa fuorché “rossa”, confortati dai molti nipotini di quel dottor Andrew Ure (1778-1857), che nel suo libro "La filosofia delle manifatture" (1835) contestava le proposte di riduzione dell'orario di lavoro dei ragazzi, primi tentativi di ecologia del lavoro, dimostrando "scientificamente" che i bambini che lavoravano dodici ore al giorno nelle filande stavano meglio di salute ed erano più alti di statura dei loro ragazzacci coetanei che "perdevano tempo" a giocare e a non far nulla o ad andare a scuola ! La società del libero mercato avrebbe risolto tutti i problemi ecologici. Del resto col loro credo “industrialista” che cosa avevano mai capito Marx e Engels dell’ecologia ? non era stato forse Lenin che aveva detto che il comunismo è “soviet e elettrificazione” ? Ma è poi vero ? Che cosa avevano davvero detto i fondatori del comunismo sui rapporti fra “l’uomo e l’ambiente” ?