Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Il 21 settembre scorso ricorreva, nel disinteresse generale, almeno in Italia, la “Giornata internazionale della pace” stabilita ogni anno dalle Nazioni Unite con una risoluzione che risale al 1981. Il disinteresse sarà forse dovuto al fatto che ormai di “giornate” nel corso dell’anno ce ne sono tante, fin troppe, per ricordare eventi o calamità di qualche genere; sarà perché anche di giornate della pace nel corso dell’anno ce ne sono tante. Era l’aprile 1963, poco dopo la fine della guerra di Corea e poco prima dell’inizio della guerra del Vietnam, che si levò, nel corso del concilio Vaticano II, la voce di Giovanni XXIII con l’enciclica “Pacem in terris” che spiegava inequivocabilmente che la pace avrebbe potuto essere ottenuta soltanto con la giustizia, giustizia prima di tutto nella distribuzione dei beni della Terra fra ricchi e poveri.