lunedì 26 settembre 2011

Pace e ambiente

La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 27 settembre 2011

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Il 21 settembre scorso ricorreva, nel disinteresse generale, almeno in Italia, la “Giornata internazionale della pace” stabilita ogni anno dalle Nazioni Unite con una risoluzione che risale al 1981. Il disinteresse sarà forse dovuto al fatto che ormai di “giornate” nel corso dell’anno ce ne sono tante, fin troppe, per ricordare eventi o calamità di qualche genere; sarà perché anche di giornate della pace nel corso dell’anno ce ne sono tante. Era l’aprile 1963, poco dopo la fine della guerra di Corea e poco prima dell’inizio della guerra del Vietnam, che si levò, nel corso del concilio Vaticano II, la voce di Giovanni XXIII con l’enciclica “Pacem in terris” che spiegava inequivocabilmente che la pace avrebbe potuto essere ottenuta soltanto con la giustizia, giustizia prima di tutto nella distribuzione dei beni della Terra fra ricchi e poveri.

lunedì 19 settembre 2011

SM 3369 -- La terra -- 2011

La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 20 settembre 2011

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Nel capitolo 25 del libro biblico del Levitico Dio dice chiaramente al suo popolo che la terra è sua e che chi ha accumulato ricchezze, coltivando la terra, ogni 50 anni deve ridividerle fra tutto il popolo. Non devono aver dato molto retta a Dio i suoi seguaci, perché, col passare del tempo qualcuno, un re, si è dichiarato padrone di tutte le terre e ha messo a coltivarle, sotto il suo comando, i suoi servi che gli dovevano dare la maggior parte dei raccolti. In seguito il re si è dato alla dolce vita spendendo più di quello che ricavava vendendo i frutti della terra e ha dovuto vendere una parte dei suoi terreni a qualcuno dei suoi servi che aveva fatto buon uso del salario; il nuovo padrone si è messo a coltivare la terra facendo lavorare i servi più poveri. A poco a poco, sotto il re, si è formata una nuova classe di piccoli o grandi proprietari terrieri che, grazie alla nuova ricchezza, sono diventati principi e capi, ciascuno dei quali, per pagare i propri lussi, ha dovuto a sua volta vendere una parte della terra; si è così arrivati all’attuale frazionamento delle terre coltivabili, in piccoli o grandi pezzetti. Fino a quando i pezzetti sono diventati così piccoli o così sterili che le rese agricole sono diminuite e le terre sono state abbandonate.